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giovedì 3 settembre 2009
Top of the crops 2009
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venerdì 28 agosto 2009
Videocracy il film censurato da RAI e MEDIASET
La Rai non trasmetterà il trailer Videocracy di Eric Gandini che ripercorre gli ultimi 30 anni della televisione italiana perché “è un film che critica il governo senza contradditorio“.La Rai a pizzo obbligatorio che regala 300 mila euro l’anno ad Alda D’Eusanio per farsi i ditalini, non osa diffondere il conflitto di interessi del puttaniere, spiegato nel film, perché indurrebbe i telespettatori a pensare che attraverso la televisione il governo orienta e influenza le convinzioni dei cittadini a proprio favore assicurandosene il consenso.
La Rai non rifiuta soltanto il film. Rifiuta anche gli spot dell’opera di Gandini. Secondo le motivazioni spiegate nella lettera di viale Mazzini in burocratese, lo spot veicola un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo perché proietta alcune scritte con i dati che riguardano il paese alternate ad immagini di Berlusconi, anche se quei dati sono di statistiche ufficiali”. Come quello che colloca l´Italia al 67esimo posto nelle pari opportunità.
Nella lettera di rifiuto si legge che “le immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all´ordine del giorno riguardo alle attitudini morali del presidente del Consiglio e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell´attività di imprenditore televisivo“.
Insomma le puttane nude che sculettano vanno bene solo nei varietà, non in un film sulla storia d’Italia che tira in ballo il corruttore e che non viene studiata nemmeno nelle università.Erano ancora d’oro i tempi di “Viva Zapatero” e “Il caimano” con tanto di spot sulle reti Rai. Con la censura di Videocracy l´Italia è davvero cambiata.
Fantastica anche la motivazione dell’ovvio rifiuto di Mediaset. “Quel film è un attacco al sistema televisivo commerciale. Inopportuno trasmetterlo“.
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lunedì 13 luglio 2009
domenica 12 luglio 2009
i 10 Comandamenti per rendere Viva la Rete
10 suggerimenti per sfruttare al massimo il potere della rete
Abbiamo già visto le tecniche per controllare le masse nei paesi moderni in cui i cittadini scelgono liberamente tramite il voto. La forza penetrante di queste dinamiche sta nel fatto che l’individuo non si sente manipolato, e mantiene sempre l’illusione di scegliere. Quando il regime democratico è abbastanza penetrato nel sistema, qualsiasi scelta facciamo non potrà liberarci. Nessuna soluzione, ideologia o movimento ci potrà salvare se prima non abbiamo risolto i punti cardine per cui ci controllano.
LA REAZIONE DI MASSA NON DETERMINA UNA SCELTA
I cittadini vengono gestiti regolando i flussi di potere a livello sociale: si controlla l’accesso e la selezione delle informazioni, la serenità nel dissentire, le leggi elettorali ed economiche. Si premia la coalizione compatta e si tengono il più possibile i cittadini divisi e coinvolti in molte piccole ideologie. Si diminuisce il tempo, le energie, gli interessi, le fonti, la cultura, i modi di interagire, che servono per partecipare al paese. Si tiene il livello di paura della massa sempre sopra un certo livello, in maniera che ci sia sempre una reazione emotiva di richiesta ad un’azione forte che venga dall’alto. Il potere di reprimere e controllare si rafforza. Abbiamo la scelta di reagire, nei modi emotivi del branco, agli stimoli che ci vengono proposti dai media, ma sempre meno peso nel proporre. Quando le proposte della maggioranza dei cittadini, verso le soluzioni alle necessità che sentono più urgenti avranno un peso minore di quelle diffuse da pochi con i media, di fatto, non si vivrà più in uno stato democratico. Tutto questo accade mentre noi manteniamo la libertà di scelta.
Bisogna capire che per liberarsi dal controllo, nessuna soluzione ci salverà se prima non abbiamo rivoluzionato i nostri metodi di lavoro. C’è urgenza di alcuni metodi di lavoro condivisibili da tutte le ideologie che finalmente riducano la distanza fra le esigenze dei singoli cittadini e i provvedimenti imposti dall’alto.
I 10 COMANDAMENTI (LIBERI E LAICI)
per liberare energia dalla rete e sfruttarla al massimo:
1. Ogni individuo partecipa direttamente alla realizzazione della soluzione ai problemi che sente di più. Ognuno contribuirà a seconda dei modi, dei tempi, e delle competenze individuali. Si deve sviluppare una nuova forza dal basso che propone nuove soluzioni, non è più sufficiente reagire alle proposte che vengono dall’alto. Nei sistemi controllati, La scelta nelle modalità imposte, non determina un cambiamento.
2. Ogni singolo individuo partecipa direttamente alla scelta della soluzione ai problemi che sente di più, a partire dalle questioni universali dell’uomo, fino alle soluzioni più dettagliate. Il processo di delegare le scelte a qualcun altro deve essere limitato il più possibile.
3. Sviluppare una rete che è predisposta ad agire “a soluzioni” e non più “a partiti” “a coalizioni compatte” o “a ideologie”. La necessità sentita da tutti deve essere il motore che spinge alla realizzazione. Si promuove la cooperazione di tutti gli altri esseri che sono spinti dagli stessi problemi. Le differenze di ideologia, credenza, fede religiosa o politica su altri argomenti non giustificheranno un freno alla soluzione della necessità sentita da tutti. Quindi tutte le piattaforme da sviluppare in rete, sia per fare scegliere i cittadini sia per organizzarsi sulle realizzazioni, non conterranno nessun accenno ad ideologie, ideali, o gruppi specifici.
4. Ogni singolo individuo deve promuovere, nelle sue possibilità, ogni forma di scambio diretto di informazioni fra tutti gli esseri umani del pianeta. Il contatto gratuito in rete, senza filtri, da ogni individuo e verso ogni altro individuo è un diritto sociale e inalienabile dell’uomo. Va favorito e promosso in ogni forma possibile.
5. Ogni singolo si impegna a fare informazione. Si impegna a diffondere, secondo le sue possibilità e competenze, le informazioni in suo possesso, le sue conoscenze, le sue esperienze, le sue opinioni. Mettendo particolare attenzione a tutte le informazioni che i media ufficiali hanno meno interesse a diffondere. Si deve sempre tutelare la serenità del dissenso e incoraggiare le persone a farsi delle opinioni personali sulle questioni importanti.
6. Ogni singolo si impegna a promuovere il monitoraggio costante e trasparente di qualsiasi gruppo o persona che abbia un qualche tipo di potere. Qualsiasi persona che svolga un’attività di responsabilità deve essere monitorata da tutta la rete che lo può controllare.
7. Ogni singolo si impegna ad informarsi, da più fonti possibili, sulle tecniche con cui si possono controllare le masse nei sistemi democratici, e su come non farsi controllare. E si impegna ad insegnarle e diffonderle il più possibile, soprattutto ai responsabili di gruppi attivi sul territorio. Deve promuovere ogni aspetto della vita che impedisce di farsi controllare dai media e spingere perché facciano parte dell’educazione di base di ogni bambino: La riflessione individuale, la sensibilità, l’altruismo, l’ascolto, la cooperazione, l’intelligenza fuori dal coro, la ragione, la cultura, l’arte, l’istruzione, e le libertà di esprimersi in tutte le maniere, dalle manifestazioni al dichiarare apertamente i propri pensieri anche diversi da quelli delle autorità. Al contrario bisogna limitare gli aspetti che favoriscono il controllo: L’istinto, l’invidia, l’aggressività, la furbizia, l’orgoglio, la determinazione, la competizione, seguire le autorità e aspettarsi punizioni o controlli, i metodi del branco, della piazza e del linciaggio pubblico.
8. Non saranno promosse iniziative, né favorevoli, né contrarie, a qualche ideologia o persona. Saranno invece incentivate e diffuse tutte le proposte e suggerimenti a favore di soluzioni pratiche ed azioni effettive verso i problemi comuni. Non va cercato il “politico santo” libero dall’individualismo, né va condannato il “politico egoista”. Nessuno di questi coinvolgimenti individuali dovrà essere un freno verso la creazione di un sistema che realizzi le soluzioni. La necessità comune va messa in pratica indipendentemente dalle persone buone o cattive che vi partecipano, o dai nostri coinvolgimenti verso le ideologie. Se ci serve costruire una casa, e una cattiva persona ci porta un mattone, noi lo incoraggiamo e non ci facciamo fermare da questo. Guardiamo il problema da risolvere, e non le preferenze che ci possono dividere.
9. Una volta che sono controllati i punti cardine per accentrare tutti i poteri sul leader e limitare i dissensi (Televisione, Forze dell’ordine, Manifestazioni, Scioperi, Giornalisti, Magistrati, Scuola, Leggi elettorali ecc.), di fatto, non si è più in democrazia. Sotto queste condizioni, la possibilità di votare non determina una condizione di scelta reale. Quindi se sentiamo ingiustizie o mancanze di libertà, non siamo noi l’anomalia, non siamo noi gli strani in mezzo ad un popolo di normali. Quando sentiamo dire che tutte le azioni del leader sono giustificate perche siamo in democrazia, questo non deve mai limitare la nostra ribellione pubblica. Non deve mai scoraggiarci a cercare un sistema migliore.
10. Ognuno dei punti deve essere portato avanti a livello mondiale. Il primo passo è trovare persone che intuiscano le potenzialità e le implicazioni di questi comandamenti, in maniera che possano, con motivazione propria, mettersi in contatto e portarli avanti in rete. Le diverse leggi dei paesi non costituiscono una legge etica maggiore del diritto umano di essere liberi. Il denaro ha la possibilità di viaggiare fra le nazioni e il suo potere ha valore ovunque. Quindi una vera soluzione non ci sarà mai finché si agisce solo nei limiti di una nazione.
GRUPPO FACEBOOK RETE VIVA – UN BOLLINO CHE LIBERA ENERGIA
GRUPPO FACEBOOK SUL CONTROLLO DELLE MASSE NEI SISTEMI DEMOCRATICI
venerdì 10 luglio 2009
Il primo sciopero dei blogger al mondo. Per la libertà in Rete!
Il 14 luglio tutti imbavagliati, su You Tube e in piazza. Una protesta fortemente mediatica contro il bavaglio che il DDL Alfano vuole mettere all'informazione e alla Rete. Un gesto forte. Concreto. L'idea funziona così: inviate a Diritto alla Rete una vostro foto imbavagliati (attenzione: bavaglio di stoffa, pezzo di lenzuola, ecc, per essere tutti sincronici!). Noi prepareremo uno slideshow o un video con sottotitoli in inglese. Tutti imbavagliati in Italia, una notizia che rischia di fare il giro del mondo.
Allo stesso tempo, stiamo organizzando un gruppo almeno di 100 persone ( Piazza NAVONA - ore 19 -) tutti imbavagliati e anche in quel caso lo ducumenteremo con un video. Intanto arrivano le prime adesioni (vedi foto sotto). Forza ragazzi!! (enzo di frenna)
ECCO COSA FARE il 14 luglio in Rete
GUIDA allo sciopero blogger.doc
Come è nata l'idea
Blogger e giornalisti-blogger, attraverso uno scambio di telefonate ed e mail, hanno deciso di agire. Per dare un segnale forte attraverso la Rete. Gli Usa hanno eletto la prima volta un presidente di colore grazie alla libera condivisione delle informazioni in Internet. Barack Obama ha creduto nella Rete e sta facendo la differenza con un messaggio forte di cambiamento. In Italia, al contrario, una politica "vecchia" vuole impedire la libertà d'informazione attraverso giornali, siti internet e blog. Con leggi ad personam come il DDL Alfano che sono un attacco alla democrazia.Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.
Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.
Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.
I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.
La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.
Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.
Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".
Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - scarica il logo banner.jpg
Non si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.
Alessandro Gilioli
Guido Scorza
Enzo Di Frenna
NOTA - per informazioni e contatti stampa usate le nostre mail.
Per problemi al sito scrivete a Enzo
IMPORTANTE NOVITA'
Se il ministro della Giustizia Angelino Alfano, come ha annunciato in queste ore, in Senato non chiede la fiducia sul DDL, la strada dell'emendamento torna ad essere quella da battere in via preferenziale. Si sono resi disponibili alcuni parlamentari del PDL. Vedremo nelle prossime ore cosa accade. Intanto QUI potete leggere la lettera da inviare ai capigruppo del Senato, insieme alle 2.500 firme già raccolte.
---- per firmare vai a questa pagina ----
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lunedì 29 giugno 2009
Anch'io voglio vivere a Vauban
Invece del ruggito del traffico, i residenti ascoltano il canto degli uccelli, bambini che giocano e occasionali jingle del campanello di una bicicletta.
"Se si vuole avere un auto qui, devi pagare circa € 20.000 per uno spazio in uno dei garage alla periferia del quartiere", spiega Andreas Delleske uno dei fondatori ed ora promotore del progetto di Vauban " ma circa il 57 per cento degli abitanti ha venduto l'auto per godere il privilegio di vivere qui ".
Come risultato, la maggior parte dei residenti viaggia in bicicletta o utilizza un ultra-efficiente servizio di tram che collega la periferia con il centro di Friburgo, a 15 minuti di distanza. Se vogliono una macchina per andare in vacanza o per trasportare merci noleggiano un mezzo o si associano ad un car-sharing della città. Essendo praticamente un sobborgo senza auto rappresenta solo l'inizio di ciò che è stato salutato come uno dei più riusciti esperimenti di vita e di verde urbano da considerare più come un modello per un futuro e forse un modo di vita più essenziale in un'epoca di cambiamenti climatici.
Vauban è un sobborgo meridionale di Friburgo e la patria di 5300 persone. Le sue eleganti case a quattro piani sono dipinte in sottili sfumature di blu, giallo e rosso o conservano la naturale struttura in legno, hanno ampi balconi e grandi porte finestre che si affacciano sui tranquilli giardini che somigliano a parchi. Le finestre di tutte le case hanno triplo vetro. Un intricato sistema di ventilazione dotati di scambiatori di calore assicura che gli appartamenti abbiano costantemente aria fresca a temperatura ambiente, anche quando le finestre sono chiuse. La maggior parte delle case sono alimentati da pannelli solari, co-generatore a pellets che forniscono energia elettrica e il riscaldamento domestico e apparecchi per l'illuminazione. Una delle conseguenze è che la maggior parte delle case di Vauban generare un surplus di energia elettrica che viene venduta. Con i loro muri spessi 35 centimetri, le case sono così ben isolati che la temperatura all'interno è direttamente influenzata dal numero di persone presenti in ogni appartamento. Il costo in un anno per il riscaldamento di queste "case passive" di quattro stanze è di appena € 114 all'anno. Questa "casa passiva" non ha bisogno di canali di scolo per i servizi igienici e le docce. I rifiuti sono ridotti a compost in speciali sistemi biologici e l'acqua della doccia e dei servizi igienici di lavaggio viene filtrata e riutilizzata per innaffiare il giardino.
Tuttavia il borgo di origini erano molto lontani da tali temi idealistici. È cominciato nel 1937 come caserma, una raccolta di edifici a tre piani in pietra che ospitavano le truppe dell'esercito della Wehrmacht di Adolf Hitler. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le baracche sono state requisite dalla esercito francese e rinominato Quartier Vauban (Sébastien Le Prestre de Vauban), un noto architetto militare 17° secolo.
Dopo la riunificazione della Germania, i francesi si sono ha ritirati e il quartiere è stato consegnato alla città di Friburgo, nel 1994, quando fu prontamente occupato dagli squatter. Poco dopo, un gruppo di persone con uno spirito ecologico, per la maggior parte della classe media, si è al quartiere. Molti hanno preso parte al movimento anti-nucleare, come gli studenti negli anni 1970 e 1980.
Hanno istituito il Vauban Forum, che ha cominciato a negoziare con il governo della città partendo come progetto di una città che poteva esistere grazie alle eco-tecnologie come alternativa al nucleare. Il risultato è stata la creazione di una serie di alloggi commissionati ad architetti per progettare case nuove ed ecologicamente sostenibili sul sito. La maggior parte delle vecchie baracche naziste sono state abbattute e più di 60 architetti sono stati impegnati a ricostruire Vauban. Gli edifici di tre-cinque piani contengono appartamenti di varie dimensioni che per l'80 per cento sono di proprietà privata che hanno un costo di circa € 250.000 euro per quattro stanze. Il progetto è un punto di forza del movimento verde della Germania.
Il Governo della città di Friburgo è gestito da una coalizione composta da conservatori e Verdi e i Verdi detengono più seggi. Durante le elezioni europee, ha vinto il partito dei Verdi con il 60 per cento a Vauban. Quasi il 30 per cento dei suoi abitanti sono di età inferiore a 18. I bambini possono andare tranquillamente fuori la porta del loro appartamento dove esiste un giardino attrezzato con un parco giochi. Vauban è perfetta per i bambini. Amano il tipo di libertà che sarebbe difficile trovare in una città normale appartamento.
Fonte articolo
Articolo originale tratto da The Independent UK
Lettera aperta a tutti gli imprenditori
Cari imprenditori,
Berlusconi detiene tre televisioni private e almeno due pubbliche, sulle quali esercita un'influenza non solo governativa, ma anche e soprattutto personale. Di converso, il controllo totale degli organi di stampa tentato con la Guerra di Segrate, che lo vedeva contrapposto a De Benedetti per il controllo della Mondadori, è invece parzialmente fallito. Grazie alla corruzione del giudice Vittorio Metta ad opera di Cesare Previti (condannato ad 11 anni e ciononostante ministro del primo governo Berlusconi - a Berlusconi piace portarsi gli avvocati in Parlamento) infatti anche la Mondadori sarebbe passata sotto il suo controllo, se la mediazione di Giulio Andreotti non avesse lasciato La Repubblica e L'Espresso nelle mani di Carlo De Benedetti.
Berlusconi si definisce un liberale. Una moderna democrazia è liberale quando non si basa esclusivamente sulla volontà della maggioranza ma - anche e soprattutto - sul rispetto delle minoranze, quando si ispira agli ideali di tolleranza, libertà ed eguaglianza e contesta i privilegi dell'aristocrazia e del clero. Berlusconi si è invece costruito una dottrina politica ad personam, il liberalusconismo, che consente a lui di fare e dire quello che preferisce, e agli altri di fare e dire solo ciò che a lui torna comodo.
Fedele al liberalusconismo, Berlusconi vi ha chiesto di non investire i vostri soldi in pubblicità su alcuni organi di stampa, precisamente quelli che non controlla personalmente. In questo modo crede di instaurare un regime economico finanziario nel quale non è la mano miliatare a mettere il bavaglio all'informazione, ma quella dei commercialisti. La sua strategia si basa sul convincimento che gli italiani siano un popolo di sudditi ormai devitalizzato da trent'anni dei suoi programmi televisivi. Se non pensasse questo, non avrebbe mai suggerito una strategia potenzialmente suicida per chi, come voi, ha bisogno della gente per continuare a vendere i suoi prodotti e servizi. In questo modo, Berlusconi chiede a voi di pagare di tasca vostra il consenso dell'opinione pubblica. Vi sta chiedendo di fargli campagna elettorale gratuitamente.
Noi, cittadini italiani e vostri potenziali clienti, siamo certi che non vorrete assecondare un'indicazione liberticida che contrasta con le più elementari norme del libero mercato entro il quale la vostra attività si è sviluppata e sul quale si basa per continuare a vivere. E' certo, del resto, che non possiamo restare in silenzio a guardare mentre quello che resta della libertà di informazione ci viene scippato in maniera così sfacciata e insolente.
Per questo vi informiamo che saremo costretti a interrompere gli acquisti dei vostri prodotti e servizi, qual'ora dovessimo ravvisare un'evidente squilibrio di investimenti pubblicitari a favore di alcuni media e a svantaggio di altri. Siamo certi che il rapporto con i vostri clienti sia molto più importante del sentimento di convenienza che può legarvi al Presidente del Consiglio.
Nel ringraziarvi per l'attenzione che ci avete prestato, auguriamo tutto il successo possibile alle vostre attività, di cui ci vantiamo di essere a pieno titolo i principali contributori finanziari.
Dateci la possibilità di continuare a sostenervi.
Cordialmente
Una parte del popolo italiano.
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Per poter inviare la lettera precompilata potete farlo direttamente dal link sul sito byoblu.com
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