lunedì 29 giugno 2009

Anch'io voglio vivere a Vauban

A Vauban, un sobborgo della città universitaria di Friburgo (Germania), un lussureggiante tappeto di fiori dai colori brillante sostituisce quello che normalmente sarebbe di parcheggio fuori della propria linda casa borghese.

Invece del ruggito del traffico, i residenti ascoltano il canto degli uccelli, bambini che giocano e occasionali jingle del campanello di una bicicletta.

"Se si vuole avere un auto qui, devi pagare circa € 20.000 per uno spazio in uno dei garage alla periferia del quartiere", spiega Andreas Delleske uno dei fondatori ed ora promotore del progetto di Vauban " ma circa il 57 per cento degli abitanti ha venduto l'auto per godere il privilegio di vivere qui ".
Come risultato, la maggior parte dei residenti viaggia in bicicletta o utilizza un ultra-efficiente servizio di tram che collega la periferia con il centro di Friburgo, a 15 minuti di distanza. Se vogliono una macchina per andare in vacanza o per trasportare merci noleggiano un mezzo o si associano ad un car-sharing della città. Essendo praticamente un sobborgo senza auto rappresenta solo l'inizio di ciò che è stato salutato come uno dei più riusciti esperimenti di vita e di verde urbano da considerare più come un modello per un futuro e forse un modo di vita più essenziale in un'epoca di cambiamenti climatici.
Vauban è un sobborgo meridionale di Friburgo e la patria di 5300 persone. Le sue eleganti case a quattro piani sono dipinte in sottili sfumature di blu, giallo e rosso o conservano la naturale struttura in legno, hanno ampi balconi e grandi porte finestre che si affacciano sui tranquilli giardini che somigliano a parchi. Le finestre di tutte le case hanno triplo vetro. Un intricato sistema di ventilazione dotati di scambiatori di calore assicura che gli appartamenti abbiano costantemente aria fresca a temperatura ambiente, anche quando le finestre sono chiuse. La maggior parte delle case sono alimentati da pannelli solari, co-generatore a pellets che forniscono energia elettrica e il riscaldamento domestico e apparecchi per l'illuminazione. Una delle conseguenze è che la maggior parte delle case di Vauban generare un surplus di energia elettrica che viene venduta. Con i loro muri spessi 35 centimetri, le case sono così ben isolati che la temperatura all'interno è direttamente influenzata dal numero di persone presenti in ogni appartamento. Il costo in un anno per il riscaldamento di queste "case passive" di quattro stanze è di appena € 114 all'anno. Questa "casa passiva" non ha bisogno di canali di scolo per i servizi igienici e le docce. I rifiuti sono ridotti a compost in speciali sistemi biologici e l'acqua della doccia e dei servizi igienici di lavaggio viene filtrata e riutilizzata per innaffiare il giardino.

Tuttavia il borgo di origini erano molto lontani da tali temi idealistici. È cominciato nel 1937 come caserma, una raccolta di edifici a tre piani in pietra che ospitavano le truppe dell'esercito della Wehrmacht di Adolf Hitler. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le baracche sono state requisite dalla esercito francese e rinominato Quartier Vauban (Sébastien Le Prestre de Vauban), un noto architetto militare 17° secolo.
Dopo la riunificazione della Germania, i francesi si sono ha ritirati e il quartiere è stato consegnato alla città di Friburgo, nel 1994, quando fu prontamente occupato dagli squatter. Poco dopo, un gruppo di persone con uno spirito ecologico, per la maggior parte della classe media, si è al quartiere. Molti hanno preso parte al movimento anti-nucleare, come gli studenti negli anni 1970 e 1980.
Hanno istituito il Vauban Forum, che ha cominciato a negoziare con il governo della città partendo come progetto di una città che poteva esistere grazie alle eco-tecnologie come alternativa al nucleare. Il risultato è stata la creazione di una serie di alloggi commissionati ad architetti per progettare case nuove ed ecologicamente sostenibili sul sito. La maggior parte delle vecchie baracche naziste sono state abbattute e più di 60 architetti sono stati impegnati a ricostruire Vauban. Gli edifici di tre-cinque piani contengono appartamenti di varie dimensioni che per l'80 per cento sono di proprietà privata che hanno un costo di circa € 250.000 euro per quattro stanze. Il progetto è un punto di forza del movimento verde della Germania.

Il Governo della città di Friburgo è gestito da una coalizione composta da conservatori e Verdi e i Verdi detengono più seggi. Durante le elezioni europee, ha vinto il partito dei Verdi con il 60 per cento a Vauban. Quasi il 30 per cento dei suoi abitanti sono di età inferiore a 18. I bambini possono andare tranquillamente fuori la porta del loro appartamento dove esiste un giardino attrezzato con un parco giochi. Vauban è perfetta per i bambini. Amano il tipo di libertà che sarebbe difficile trovare in una città normale appartamento.
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Articolo originale tratto da The Independent UK

Lettera aperta a tutti gli imprenditori




Cari imprenditori,

Berlusconi detiene tre televisioni private e almeno due pubbliche, sulle quali esercita un'influenza non solo governativa, ma anche e soprattutto personale. Di converso, il controllo totale degli organi di stampa tentato con la Guerra di Segrate, che lo vedeva contrapposto a De Benedetti per il controllo della Mondadori, è invece parzialmente fallito. Grazie alla corruzione del giudice Vittorio Metta ad opera di Cesare Previti (condannato ad 11 anni e ciononostante ministro del primo governo Berlusconi - a Berlusconi piace portarsi gli avvocati in Parlamento) infatti anche la Mondadori sarebbe passata sotto il suo controllo, se la mediazione di Giulio Andreotti non avesse lasciato La Repubblica e L'Espresso nelle mani di Carlo De Benedetti.

Berlusconi si definisce un liberale. Una moderna democrazia è liberale quando non si basa esclusivamente sulla volontà della maggioranza ma - anche e soprattutto - sul rispetto delle minoranze, quando si ispira agli ideali di tolleranza, libertà ed eguaglianza e contesta i privilegi dell'aristocrazia e del clero. Berlusconi si è invece costruito una dottrina politica ad personam, il liberalusconismo, che consente a lui di fare e dire quello che preferisce, e agli altri di fare e dire solo ciò che a lui torna comodo.

Fedele al liberalusconismo, Berlusconi vi ha chiesto di non investire i vostri soldi in pubblicità su alcuni organi di stampa, precisamente quelli che non controlla personalmente. In questo modo crede di instaurare un regime economico finanziario nel quale non è la mano miliatare a mettere il bavaglio all'informazione, ma quella dei commercialisti. La sua strategia si basa sul convincimento che gli italiani siano un popolo di sudditi ormai devitalizzato da trent'anni dei suoi programmi televisivi. Se non pensasse questo, non avrebbe mai suggerito una strategia potenzialmente suicida per chi, come voi, ha bisogno della gente per continuare a vendere i suoi prodotti e servizi. In questo modo, Berlusconi chiede a voi di pagare di tasca vostra il consenso dell'opinione pubblica. Vi sta chiedendo di fargli campagna elettorale gratuitamente.

Noi, cittadini italiani e vostri potenziali clienti, siamo certi che non vorrete assecondare un'indicazione liberticida che contrasta con le più elementari norme del libero mercato entro il quale la vostra attività si è sviluppata e sul quale si basa per continuare a vivere. E' certo, del resto, che non possiamo restare in silenzio a guardare mentre quello che resta della libertà di informazione ci viene scippato in maniera così sfacciata e insolente.

Per questo vi informiamo che saremo costretti a interrompere gli acquisti dei vostri prodotti e servizi, qual'ora dovessimo ravvisare un'evidente squilibrio di investimenti pubblicitari a favore di alcuni media e a svantaggio di altri. Siamo certi che il rapporto con i vostri clienti sia molto più importante del sentimento di convenienza che può legarvi al Presidente del Consiglio.

Nel ringraziarvi per l'attenzione che ci avete prestato, auguriamo tutto il successo possibile alle vostre attività, di cui ci vantiamo di essere a pieno titolo i principali contributori finanziari.
Dateci la possibilità di continuare a sostenervi.

Cordialmente
Una parte del popolo italiano.

DESTINATARI

filodirettocredito@confindustria.it, info@confindustria.abruzzo.it, info@confindustria.basilicata.it, segreteria@confindustria.calabria.it, info@confindustria.campania.it, confind.emr@confind.emr.it, info@confindustria.fvg.it, info@confindustrialazio.it, info@confindustrialiguria.it, f.trezza@confindustria.lombardia.it, info@confindustria.marche.it, confindustria.piemonte@confindustria.piemonte.it, confindustriapuglia@confindustriapuglia.it, info@confindustria.sardegna.it, info@confindustriasicilia.it, frait@confindustria.toscana.it, info@assindustria.tn.it, info@confindustria.umbria.it, info@confindustria.veneto.it, redazioneweb@confesercenti.it, confes@confesercenti.it, presidenza@confesercenti.it

COPIA CONOSCENZA

ballaro@rai.it, annozero@rai.it, repubblicawww@repubblica.it, larepubblica@repubblica.it, unitaonline@unita.it, stampaweb@lastampa.it

Per poter inviare la lettera precompilata potete farlo direttamente dal link sul sito byoblu.com



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Un nuovo “patto della crostata” in nome del direct marketing.


A quasi 12 anni dal famoso “patto della crostata” siglato sulla bicamerale da Berlusconi, D’alema, Fini e Marini a casa Letta, maggioranza ed opposizione sembrano averne siglato un altro in nome del direct marketing.

Nei giorni scorsi è stato infatti presentato alla Camera dei Deputati un disegno di legge bipartisan (On. Della Vedova PDL e On. Gozi PD) che mira ad introdurre un’eccezione destabilizzante nel principio dell’opt-in sul quale - a torto a ragione - è fondata la disciplina del trattamento dei dati personali nel nostro Paese al fone di facilitare la vita alle aziende attive nel settore del marketing telefonico e complicare quella di consumatori ed utenti.

E’ l’epilogo di una brutta storia di lobby, politica e conflitto tra istituzioni dello Stato che non fa onore a nessuno dei suoi protagonisti.

La vicenda - o almeno le sue ultime puntate - iniziano nel febbraio del 2009, quando con un brutto emendamento al c.d. Milleproroghe approvato in extremis in Parlamento si legalizzò - a tempo determinato ovvero fino al 31 dicembre 2009 - una situazione dichiaratamente illegale: l’utilizzo dei numeri di telefono degli abbonati per finalità di promozionali da parte dei soggetti in possesso di tali numeri nell’ambito di banche dati costituite prima del 1° agosto 2005.

Si trattò di un’iniziativa, come ho già avuto occasione di scrivere, inamissibile nel merito e nel metodo perché si perpetuava ex lege un illecito e lo si faceva al fine dichiarato di superare l’orientamento espresso dal Garante per la protezione dei dati personali in una lunga serie di proprie decisioni a tutela di utenti e consumatori.

A seguito di tale iniziativa, il Garante per la protezione dei dati personali non era rimasto a gurdare e con un bel provvedimento del marzo del 2009 delimitò rigidamente i confini della “proroga di’illiceità”.

Francamente non ho chiaro quanto valga in Italia il mercato del direct marketing nè chi ne siano i principali beneficiari ma, evidnetemente, deve trattarsi di un mercato a molti zeri gestito da chi ha stretti legami con il Palazzo (qui i risultati di una googlata).

Non si spiega diversamente la recente iniziativa legislativa che mira a legalizzare definitivamente l’utilizzo dei numeri telefonici degli utenti per scopi promozionali addossando su questi ultimi il compito di difendersi, procedendo - con modalità da stabilirsi - alla registrazione del proprio numero telefonico in un elenco negativo che dovrebbe essere gestito proprio dall’Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali.

In buona sostanza, all’indomani dell’eventuale entrata in vigore della nuova legge che dovrebbe, a tal fine, modificare il Codice privacy, chi non vorrà essere disturbato da telefonate promozionali quando la sera sta per mettersi a cena, dovrà manifestare tale volontà in ossequio al sistema c.d. dell’opt out che, il nostro legislatore, poco più di cinque anni fa, ha giudicato inadeguato alla tutela della privacy dei cittadini italiani.

Ma c’è di più.

Secondo il DDL presentato alla Camera - e, per fortuna, ancora in attesa di essere caledarizzato - si prevede che l’iscrizione del proprio numero nel registro “scada” ogni due anni con il conseguente obbligo per l’utente di dover rinnovare la propria volontà di non ricevere telefonate di disturbo per scopi promozionali e che gli operatori abbiano 30 giorni per allineare i propri databases al registro negativo.

E’ davvero troppo per sostenere come si fa nella relazione di accompagnamento al DDL che si tratta di una norma equilibrata nell’interesse comune di utenti ed aziende del settore ed è davvero troppo anche per riferire - come pure si fa nella stessa relazione - che analogo sistema è in uso all’estero.

Negli Stati uniti - dove nasce l’idea del registro negativo per il direct marketing - il congresso nel 2007 ha modificato la disciplina e trasformato in “permanente” la volontà negativa manifestata dall’utente originariamente valida per 5 anni (un periodo già di per sè doppio rispetto a quello previsto del ddl italiano del 2009!) e in Francia - dove al pari che in ogni altro Paese il sistema dei registri negativi non ha sin qui prodotto grandi risultati in termini di equilibrio dei diritti tra utenti ed operatori - la CNIL ritiene inaccettabile anche solo una settimana di ritardo nel prendere atto dell’opposizione di un consumatore all’utilizzo dei propri dati da parte delle società di direct marketing.

Mi chiedo: come può presumersi il consenso di un utente a ricevere una telefonata commerciale di disturbo?

E subito dopo mi domando: l’interese privato ed imprenditoriale di un singolo settore industriale come può indurre maggioranza ed opposizione a presentare un disegno di legge che travolge i diritti dei consumatori e disattende le indicazioni del soggetto istituzionale cui la legge affida la tutela dei dati personali?

Non so rispondermi se non con pensieri che in una stagione tanto difficile per la libertà di informazione in Rete potrebbero obbligarmi alla rettifica, condannare questo post all’oblio o, piuttosto, determinare la chiusura dell’intero blog per sequestro/inibitoria all’accesso!

E voi? Che risposta vi date? (Commentate a bassa voce please..!)


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giovedì 11 giugno 2009

Comunicato politico numero ventidue


Gli obiettivi politici sono stati raggiunti. Primo obiettivo: Luigi de Magistris e Sonia Alfano sono stati eletti al Parlamento Europeo. De Magistris con quasi mezzo milione di preferenze è secondo. Tallona lo psiconano. Un magistrato all'inseguimento di un corruttore. Sonia Alfano eletta con 165.000 preferenze. Tutte dalla Rete, tutte da voi. Non ha avuto spazi in televisione o sui giornali. Secondo obiettivo: le Liste Civiche a Cinque Stelle sono entrate in almeno 30 Comuni, tra questi Bologna, Ancona, Ferrara, Forlì, Cesena, Reggio Emilia, Livorno, Rivoli... E' solo l'inizio. I consiglieri comunali a Cinque Stelle faranno informazione verso i cittadini attraverso questo blog. Sosterremo le loro proposte per tutta la durata del mandato. In alcuni Comuni si va al ballottaggio tra PDL e PDmenoelle, per me sono uguali. Nessun apparentamento o sostegno. Nessun mercimonio per i voti a Cinque Stelle. Il blog pubblicherà foto e profili di tutti gli eletti tra qualche giorno. Terzo obiettivo: ho illustrato la proposta di legge popolare Parlamento Pulito alla Commissione affari costituzionali. Dopo la raccolta di 350.000 firme l'otto settembre di due anni fa, dopo la consegna delle firme all'allora presidente del Senato Franco Marini e la loro validazione, mi hanno dovuto ascoltare. La proposta di legge dovrebbe essere discussa ora in Senato, non mi è stata fornita alcuna data, forse non ci sarà alcuna data. Io non mi arrendo, voi non vi arrendete, e questo Parlamento cloaca sarà, prima o poi, disinfestato, dovessi recarmi all'ONU. Ho deciso di lanciare il terzo Vday. Sarà un referendum per impedire la costruzione di centrali nucleari in Italia. Un'energia anti economica e pericolosa che vive solo di sussidi statali. Senza l'aiuto dello Stato il nucleare francese non esisterebbe. Negli Stati Uniti non vengono costruite nuove centrali da più di un decennio. Nessuna compagnia di assicurazione si impegna a coprire i richi di una centrale. Una Chernobyl in Italia renderebbe la penisola inabitabile per migliaia di anni. Chi vuole le centrali vuole in realtà i nostri soldi per far quadrare i bilanci. Come la Marcegaglia degli inceneritori. Il petrolio sta finendo? L'uranio, necessario per le centrali, finirà prima, entro il 2050. E di uranio in Italia non c'è traccia. Invece abbiamo il vento, il sole, l'acqua, le energie alternative e la possibilità di ridurre gli sprechi enormi delle nostre abitazioni e dei trasporti. Insieme a Greenpeace sto producendo un film per settembre con alcune tra le voci più importanti del pianeta, tra questi Brown, Stiglitz, Rifkin, Pollan.Tutti, da diversi punti di osservazione contro il nucleare e per le rinnovabili. Non lascerò ai miei figli un Paese con una pistola nucleare carica alla tempia. Lo psiconano se ne deve andare insieme ai suoi deliri e al piazzista Sarkozy. Vday, Vday, Vday. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

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Bocciata la legge francese contro Internet



Sanzionare col “taglio” del col­legamento Internet chi sca­rica illegalmente dalla Rete materiale protetto da copyri­ght lede­ la libertà di comunica­zione ed espressione garanti­ta dalla Dichiarazione dei di­ritti dell’uomo.
Per questo motivo la Corte costituzionale francese ha bocciato la legge antipirateria voluta da Sarkozy.

I 9 saggi d’oltralpe, di cui fanno parte gli ex presidenti Valery Giscard D’Estaing e Jac­ques Chirac, “considerando lo sviluppo ge­neralizzato di Internet implica la libertà di accedere ai servi­zi di comunicazione al pubbli­co online”.
Quindi, la possibi­lità di intervenire con una so­spensione può spettare solo al giudice, non a un’enti­tà amministrativa come l’Ha­dopi incaricata dal governo Sarkozy di tagliare il collegamento ai presunti pirati.

La stessa posizione è stata tenuta dai deputati del Parla­mento europeo lo scorso 6 maggio: a maggioran­za schiacciante (407 voti con­tro 57, 10 astenuti) avevano stabilito che i diritti fonda­mentali dei “navigatori della Rete” non potessero essere li­mitati “senza decisione preli­minare delle autorità giudizia­rie”.

Mentre il mini­stro della Cultura Christine Albanel, annun­cia una modifica del te­sto, a Strasburgo stanno sbarcando i “pi­rati” del Piratpartiet svedese, braccio politico dei “corsari del Web” di PirateBay, che col 7,4% dei voti si è aggiudicato un seggio in Europa. Al primo posto in agenda, la riforma della legge sul copyright.


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martedì 2 giugno 2009

Grillo168 - Il nuovo Savonarola



Signori, siamo a Ferrara. Il palazzo degli Estensi, il castello. Savonarola, in restauro, che mi guarda. Sto girando come un pazzo. Non mi giro perché sono stravolto, ma dentro sono di una felicità estrema. Sto facendo una tournée che neanche quando avevo 21 anni facevo una cosa così. Mi cambio in macchina, mi spoglio nei gabinetti dei bar, mi faccio dare manate, pacche sulle spalle. Giriamo con queste liste civiche che non riesco più a capire cosa siano diventate. Mi sento io un Savonarola. Invece dei piagnoni che lui aveva al seguito, io ho i sorridoni, i gioconi. Sono queste liste civiche che ormai si stanno impadronendo, e ce la faranno sicuramente, dei loro Comuni. Cittadini che entreranno dentro, né di destra, né di sinistra.
Ora io sono tra Padova e Ferrara e faccio ormai comizi. Mi sembra di aver sempre fatto comizi nella vita. Ho sempre fatto comizi. La stampa, i giornali stanno mettendo una cappa di silenzio su queste cose. Anzi, spostano le date. Non ci danno le piazze. Ci decentrano dai centri. Ma la soddisfazione è che tutti i sindaci, PDL e PDmenoelle, queste robe qui che non esistono più, stanno cominciando a copiare tutte le cose che diciamo sulle cinque stelle: l'acqua, l'energie rinnovabili...
Qui ci sono i Ferraresi, la città delle biciclette. Odio le biciclette. Ho già avuto tre incidenti con le biciclette. Ci sono queste vecchie pericolosissime a Ferrara, nel centro, che hanno due borse della spesa, il telefonino e l'ombrello sulla bicicletta. Sono pericolosissime. No, è una città molto a misura d'uomo. Il mezzo di trasporto è la bicicletta. E' fantastico. Peccato che hanno questo petrolchimico, e sarà un disastro. Perché Marghera sta fallendo e i tre centri, Ferrara, Mantova e Ravenna, dipendono dal petrolchimico di Marghera. I prossimi licenziati saranno questi mille operai che lavorano qua.Questo potrebbe essere un centro di eccellenza per tutto: per il turismo, per la qualità della vita, per il cibo, per l'agricoltura che è invece abbandonata.
Mi sento un po' come Savonarola che va in giro con i gioconi invece che coi piagnoni e mi fanno delle cattiverie molto sottili. Nel senso che prima io facevo degli spettacoli, ora faccio dei comizi, leciti e consentiti dalla legge. Per depistare e farci spendere di più dicono che se ci sono io non è comizio, ma è spettacolo. E' spettacolo, allora devi spendere molto di più: devi avere i vigili del fuoco, la sicurezza. Allora devo fare comizi che non siano spettacoli. Devo vietare alla gente di ridere o a ridere di nascosto. E' pazzesco. Le liste saranno una settantina, non riesco a starci dietro, siamo in quattro a certificarle. Noi certifichiamo che siano incensurati. E' la cosa più difficile che mi sia successa nella vita: cercare degli incensurati è pressoché impossibile. Noi ce la facciamo e ce la faremo. Il 6 e 7 giugno ci conteremo. Entreremo come dei virus nei Comuni con dei consiglieri, poi ci riuniremo tutti e faremo una tattica. Li disintegreremo, queste salme della politica. Ci stanno copiando. Il segretario dei DS lo hanno visto sul tetto di un comune che ha visto per la prima volta i pannelli solari. A cinquant'anni scopre i pannelli solari sopra un comune e ne fa uno spot. Sono fantastici. Prendono tutte le nostre idee, ma non le capiscono.
Comunque noi andremo avanti e sicuramente, se non sarà fra un anno sarà fra un anno, due anni, avremo vinto su tutti i fronti. Io sono stanco, senza voce, un po' spompato perché faccio tre, quattro comizi al giorno - non mi era mai successo - però sono di una felicità... torno bambino. Questa immersione nella gente, farmi toccare, abbracciare fotografare ... queste manifestazioni d'affetto... A Bari erano settemila in piazza. Poi ci è andato lo psico-pedo-nano, il nostro presidente del Consiglio, se n'è andato dopo tre minuti. Non c'è oggi un politico in grado di girare senza scorta per le piazze d'Italia.
Io ci sono e sono senza scorta. Anzi, la scorta serve ai cittadini per proteggersi da me!
Quindi, buon 168 e ci vediamo presto. Spero nei vostri comuni. Ciao!



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Brunetta, Tremonti e la carica delle 101 poltrone

Stanco di fare solo norme anti-fannulloni, anti-panzoni, anti-neuroni il ministro Brunetta, con la complicità del suo collega Tremonti stavolta ha fatto una norma pro. Ed ha fatto approvare dal parlamento una sua norma pro-trombati alle elezioni, pro-aumenti delle poltrone e pro-boiardi di Stato. Anche se un po’ anti-contribuente




Tra tutti i ministri del governo più bravo, più bello e più buono del mondo, un governo che è per la libertà, il mercato, l’efficienza, il governo che elimina tutti gli sprechi della politica c’è un ministro, che è il più bravo, il più bello e il più buono di tutti. Un ministro che piace alla gente, perché non si lascia mai intimidire, perché è un po’birichino e anche un po’ maleducato, ma che vuole davvero cambiare le cose: Renato Brunetta. Il ministro che ha lottato e sconfitto gli statali fannulloni. Ora grazie a lui, la pubblica amministrazione è diventata efficiente. Adesso per sbrigare una pratica anziché un anno bastano 365 giorni. Adesso la gente risponde al telefono non dopo un’ora, come prima: ora bastano appena 60 minuti. Adesso per avere risposta ad una qualunque richiesta non serve un trimestre: bastano solo 3 mesi.

E nel governo più buono più bello e più bravo del mondo c’è pure un altro campione: Giulio Tremonti, l’uomo dei miracoli: quello che riesce a fare qualsiasi cosa in 9 minuti e mezzo: mangiare, dormire, fare l’amore, scrivere la legge finanziaria. Che è riuscito ad aumentare le spese, diminuire le entrate e far credere di aver risanato il bilancio dello Stato. Che aveva capito la crisi che arrivava sule banche, per questo varò a luglio la Robin tax e a settembre le ricoprì di aiuti di Stato.

Ma Brunetta (come il suo compare Tremonti) non si accontenta mai. Ha lanciato un’altra battaglia di civiltà, stavolta contro i poliziotti panzoni. Quei poliziotti che se ne stanno tutto il giorno in ufficio a non fare niente, con la scusa che i Pc non funzionano, le auto sono senza benzina e non ci sono più i soldi neppure per gli stipendi. Poliziotti che non prendono mai un’iniziativa: anziché le auto potrebbero rincorrere i delinquenti a piedi, o in bicicletta (naturalmente la propria). Poliziotti che poi si lamentano perché il povero governo è stato costretto ad introdurre le ronde.

Ma il ministro Brunetta ha anche mille altre idee geniali contro gli sprechi, le inefficienze, per cambiare il volto dell’Italia. Come quella fantastica idea di obbligare gli impiegati ad indossare la giacca e cravatta in ufficio. Perché ci vuole decoro e rispetto del pubblico. E che sarebbe la svolta per il recupero di produttività della pubblica amministrazione: vuoi mettere la differenza di fare 2 ore di fila al catasto davanti ad un impiegato in gessato blu, o andare per 15 giorni consecutivi al ministero per sapere se la tua domanda è stata accolta parlando ad un impiegato allo sportello in elegante blazer. E’ tutta un’altra cosa!

Ma tra le fantastiche trovate di Brunetta (in compagnia del suo compare Tremonti) ce ne è una semplicemente unica. Quella che ci mostra davvero quanto stanno cambiando le cose in questa nostra bella Italia, grazie agli uomini e alle donne di questo governo buono, bello e bravo. Basta leggere l’articolo di una legge appena approvata dal Parlamento e firmata naturalmente dai bravissimi, bellissimi, buonissimi Renato Brunetta e Giulio Tremonti.

Si tratta della legge intitolataDisposizioni per lo sviluppo, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile” appena approvata dal Senato. Una di quelle leggi piene di norme piccole piccole, di cui pochi parlano, ma che dà il segno del vero cambiamento. All’articolo 71 di questa legge viene modificata una norma della Legge Finanziaria 2008, varata dal Governo Prodi. Quel governo di ladroni, spreconi, cattivoni, che aveva ridotto l’Italia a sembrare quasi un paese come tutti gli altri.

Una norma che prevedeva, per le società di proprietà pubblica non quotate in borsa un numero massimo di consiglieri di amministrazione pari a 3, invece dei 5 stabiliti fino a quel momento, oppure a 5 se fino ad allora fossero stati 7. Una norma pletorica, quasi come il Parlamento. Complicata, difficile da capire. Antica. Ed ecco che il bravo, bello, buono Brunetta ha cambiato la legge. Ed ha previsto la possibilità di aumentare da 3 a 5 (o da 5 a 7) il numero dei consiglieri di amministrazione delle società controllate dallo Stato e non quotate in Borsa. Eliminando quindi la norma del precedente governo, quello dei brutti, sporchi e cattivi, il governo Prodi.

Ma quanto è bravo, ma quanto è buono, ma quanto è bello il nostro ministro. Lui è sempre anti-sprechi, anti-lassismo e pure anti-patico. Pure questa è una norma anti. Non è anti-fannulloni, non è neppure anti-panzoni. Ma è una legge anti-elezioni. Sì, perché tra pochi giorni si vota, e sono molti i candidati che si danno battaglia per un seggio al parlamento europeo, o in qualche importante comune, o provincia. Non tutti riusciranno ad essere eletti. E qualcuno potrebbe ritrovarsi - poverino - senza lavoro. Ma questo è il governo che “Non lascerà indietro nessuno“.

Ed ecco che Brunetta, firmatario della legge assieme a Tremonti, si è ricordato che sono in scadenza un sacco di Consigli di amministrazione di società di proprietà dello stato: l’Anas, la Fintecna, la Fincantieri, l’Enav, e anche Trenitalia. E hanno avuto una fantastica idea: aumentare il numero dei consiglieri di amministrazione, così che se qualche poveretto finisse per essere trombato alle elezioni nonostante gli era stato promesso un posto sicuro in qualche parlamento o consiglio comunale e provinciale, si potrebbe accontentarlo con un posto in qualche CdA. Una norma anti-elezioni e anche un po’ anti-elettori.

Nel mentre si acquistano le poltrone nuove di zecca per i boiardi che verranno, salutiamo con gioia il ministro più bravo più bello più buono del mondo: Renato Brunetta e il suo degno compagno di merende Giulio Tremonti. Dopo la lotta ai fannulloni, le ingiurie ai panzoni, arrivano le pernacchie agli elettori un po’ fresconi. Già pronto il nuovo slogan per la campagna elettorale del PdL: più poltrone per tutti!

Meditate, gente, meditate !

Buon tutto!




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